La prima, generale e poco più che formale: il Reg. Ce 1234 va in pensione e viene sostituito dal 1308. La novità più significativa è sul piano procedurale: l’annualità di riferimento è anticipata di un mese rispetto a prima (1° agosto/31 luglio).

La Regione Lombardia ha pubblicato l’allocazione delle risorse finanziarie e le regole per l’annualità 2016/2017 . E qui arrivano le altre novità. Due di sostanza, tralasciando quelle riguardanti le procedure.

La prima: per la prima volta da quando esistono gli interventi in apicoltura attraverso i vari Regolamenti Comunitari succedutisi (18 anni!) la Regione non ha promosso un confronto sulle scelte da adottare; si è svolta solamente una interlocuzione su aspetti procedurali che, pur nella loro importanza pratica, non caratterizzano gli aspetti qualificanti. Le Associazioni hanno avuto certezza delle scelte compiute dalla Regione solo il giorno della pubblicazione della Dga e del Manuale sul BURL. Sembra che il confronto ridotto al minimo (o totalmente assente) con le parti interessate sia un orientamento generale: non siamo d’accordo; lo abbiamo detto e lo ripeteremo!

La discussione con la rappresentanza del comparto, che conoscono le esigenze, è necessaria per favorire il massimo di efficacia e condivisione delle scelte che si compiono.

La seconda: la suddivisione delle risorse finanziarie. Sono così ripartite:

AZIONE

BENEFICIARI

FINANZIAMENTO PUBBLICO

Azione A: a1.2, a2, a3, a4 (aggiornamento dei tecnici; seminari; informazione; assistenza tecnica)

Associazioni di produttori

245.714,00 euro

Azione B: b3 (acquisto arnie)

Apicoltori singoli

260.000,00 euro

Misura C: c2.2 (acquisto attrezzatura per il nomadismo)

Apicoltori singoli

40.000 euro

Rispetto agli ultimi anni viene significativamente aumentata la quota destinata agli apicoltori singoli, mentre la quota per le attività delle Associazioni si riduce del 41%. La Regione ha deciso di assegnare alle aziende quasi la stessa cifra richiesta nel 2015/2016 (circa 332 mila euro), perché nella passata annualità fu finanziato poco più della metà delle richieste pervenute. Inoltre vengono ulteriormente diluiti (tutti gli anni un passettino) i criteri per la valutazione della rappresentatività delle Associazioni: ora conteranno gli alveari degli apicoltori che ne allevano almeno dieci, anche se sprovvisti di P. Iva.

Considerazioni:

  • Siamo completamente in disaccordo con la scelta della Regione di limitare fortemente il confronto: lo abbiamo detto e lo ripeteremo! La discussione con la rappresentanza del comparto, che ne conosce e ne interpreta le esigenze, è necessaria per favorire il massimo di efficacia e condivisione delle scelte che si compiono.
  • La scelta del forte ridimensionamento della quota di risorse a disposizione delle Associazioni, destinata quasi totalmente all’assistenza tecnica, pone la necessità di una riflessione più articolata. Apilombardia ha sempre sostenuto la necessità di sostenere gli investimenti delle aziende e, in questo senso e data la situazione verificatasi nell’ultima annualità, la decisione della Regione è, in prima approssimazione, perfino comprensibile. Oltretutto, negli anni, il 70% o più delle richieste di finanziamento sono state presentate da soci di Apilombardia, e questo significherà pur qualcosa … Tuttavia il numero elevato di domande del 2015/2016 (quasi il doppio rispetto agli anni precedenti) potrebbe essere un fatto occasionale e, soprattutto, la riduzione di quasi un terzo delle risorse complessive disponibili negli ultimi due anni, pone la necessità di scelte ponderate, non estemporanee, che individuino chiaramente le priorità e le sostengano. Perché i soldi in più per un intervento devono necessariamente essere sottratti a un altro: in pratica, più arnie acquistate, meno assistenza tecnica. E’ più importante un finanziamento occasionale per qualche acquisto di materiale o garantire continuità nella fornitura di servizi alle aziende? In una situazione di insufficienza di fondi per tutte le esigenze, è razionale ammettere a finanziamento imprenditori con 40 o 90 alveari che, per forza di cose, svolgono un’altra attività. praticamente sempre extraagricola? Qualche arnia in più giustifica la perdita di un tecnico? Oltre alla perdita di un posto di lavoro, quel tecnico è stato un investimento (tempo, denaro) perché acquisisse le capacità e le conoscenze per fornire a sua volta consulenze e servizi alle aziende: è pensabile che una volta allontanatosi dal comparto apistico quel tecnico vi faccia ritorno? Che alla costante precarietà si aggiunga anche ’intermittenza dell’occasione lavorativa senza che vi siano conseguenze? E per gli imprenditori, sempre più alle prese con normative spesso poco chiare e soggette a rapidi cambiamenti, vale di più l’acquisto di materiale a metà prezzo (magari una volta tanto) o poter contare con continuità su tecnici preparati che aiutano a risolvere i problemi? La nostra risposta è scontata, non perché siamo parte in causa, ma perché questo è quello che ci viene chiesto dai nostri soci e questo dimostrano gli attestati di gradimento e utilità per il servizio di assistenza tecnica che offriamo loro.

In considerazione della nuova situazione determinatasi Apilombardia farà il possibile per garantire per l’anno in corso la continuità dei servizi offerti, anche attraverso un intervento finanziario con risorse del proprio bilancio. Nonostante questo sarà comunque necessario un ridimensionamento dell’impegno dei nostri tecnici, l’estensione dei servizi a pagamento e l’aumento del relativo contributo richiesto.

Leggi La DGR 5612 del 26 settembre 2016

Leggi il Dds 9447 del 27 settembre 2016

Leggi e scarica il memo per le domande degli apicoltori singoli