IL CONTESTO
L’indicatore agroclimatico SPEI6 mette in luce le gravi condizioni in cui si trova Nord Italia, dove persiste il livello di “Siccità Severa”. La prolungata siccità, associata a temperature di diversi gradi oltre i riferimenti climatici già dalla primavera, ha condizionato fortemente anche le produzioni estive di miele della Lombardia.
LE PRODUZIONI ESTIVE
Per quanto riguarda il miele di Tiglio, la media regionale si attesta intorno a 8-10 kg ad alveare, con valori più alti associati normalmente alle zone montuose più basse ed intermedie (punte di 15-16 kg) e molto scarsi alle aree montane più elevate (4-0 kg). Anche in pianura si è assistito ad una notevole variabilità con dati comunque inferiori, passando dai 10 kg ad alveare prodotti in provincia di Milano ai 2 kg di media prodotti nel mantovano, cremonese e nel pavese. In diversi casi, inoltre, la produzione è stata contaminata da miele di Ailanto e melata (in pianura) e da Castagno e altro in montagna.
La stessa media regionale può essere indicata per il miele di Castagno (8-10) kg ad alveare), con produzioni più elevate in limitate zone vocate della provincia di Varese (punte di 20 kg), Bergamo e Brescia, in Alto Lario e in Valtellina.
Più difficile risalire a una media regionale per quanto riguarda il millefiori estivo a causa di produzioni puntiformi anche molto diverse tra loro nell’ambito della stessa provincia e latitudine. Si può provare a stimare una media ad alveare in pianura di circa 6 kg ad alveare mentre in montagna le produzioni si attestano intorno ai 10 kg con punte di 15 kg ad alveare.
Chi ha potuto portare gli alveari in produzione sul Rododendro ha ottenuto qualche soddisfazione raccogliendo 10- 13 kg ad alveare.
UN’ALTRA STAGIONE DELUDENTE
Commentando le produzioni primaverili ci si era ripromessi di aspettare come sempre i raccolti estivi per fare un bilancio complessivo della stagione 2022. Purtroppo, a questo punto, il bilancio non può che essere molto negativo. A conti fatti in molti casi non si è prodotto di più (soprattutto come valore economico) rispetto alla stagione precedente, che ha visto il riconoscimento della calamità per le gelate primaverili e una produzione di miele di acacia praticamente azzerata. Nel 2021 però, in estate, le discrete produzioni di Tiglio in purezza, Castagno e millefiori di alta montagna, avevano consentito (almeno ai nomadisti) di tirare un sospiro di sollievo.
Nel 2022 la produzione di acacia è stata sicuramente superiore ma in molti casi è risultata contaminata da altre fioriture e non classificabile, a livello commerciale, come tale. La conseguente perdita di valore dell’acacia non è stata compensata dalle produzioni estive che, soprattutto in montagna, sono diminuite almeno del 50% rispetto al 2021
Per la siccità persistente non sono previsti al momento ristori dedicati al il settore e, in ogni caso, sarebbero difficili da ottenere se erogati attraverso il meccanismo della calamità. Questo infatti richiede il superamento della soglia di danno del 30% sulla media della Produzione Lorda Vendibile dell’ultimo triennio, che si contraddistingue per le basse produzioni.