ANDAMENTO METEOROLOGICO
Giugno è stato un mese alquanto dinamico sotto il profilo strettamente meteorologico, si è manifestato con temperature medie leggermente superiori alla norma del periodo a causa del più frequente avvento di flussi che hanno veicolato sulla nostra Penisola masse d’aria spesso calde ma anche umide e instabili. Nel corso del mese sono giunte masse d’aria certamente non fredde ma umide, in particolare nella prima metà del mese quando si sono osservare le maggiori precipitazioni, in genere di tipo temporalesco. Per quanto riguarda le piogge, al Nord hanno mostrato un leggero deficit, in particolare sulle aree a nord del Po pur in presenza di discreta attività temporalesca. Proprio su queste zone, nonostante le precipitazioni di maggio e giugno, non si poteva ancora considerare del tutto risolta la precedente siccità, specie sul lungo periodo, anche se la situazione era sensibilmente migliorata rispetto al primo trimestre del 2023.
Il mese di luglio ha fatto parlare di sé a causa delle temperature ben al di sopra della norma stagionale. Questo straordinario riscaldamento è stato provocato da una frequente e ampia presenza di anticicloni di origine sub-tropicale, con una marcata componente continentale di provenienza nord-africana. Questi sistemi atmosferici hanno portato masse d’aria estremamente calde e asciutte che hanno impattato su tutta la penisola.
Nel corso del mese, le regioni settentrionali hanno vissuto anche fenomeni temporaleschi intensi, caratterizzati da grandinate con dimensioni superiori ai 5 centimetri e un tornado che ha colpito la zona milanese il 21 luglio. Nella terza decade del mese, le temperature leggermente inferiori alla media e i violenti fenomeni temporaleschi hanno causato alcuni danni agli alveari e problemi nella fecondazione delle regine.
Nel mese di agosto le temperature medie si sono rivelate superiori alla norma climatologica, sebbene non abbiano raggiunto i livelli molto elevati registrati nel mese precedente di luglio. La temperatura media su scala nazionale ha registrato un’eccezionale anomalia di +0,8°C rispetto alla media del trentennio 1981-2010 e di 0,4°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Queste anomalie sono state influenzate da due periodi distinti nel corso del mese: la prima decade è stata notevolmente più fresca, con un’anomalia di -1,8°C a livello nazionale rispetto al periodo 1981-2010, ma con picchi di frescura che hanno raggiunto fino a -2,5°C nelle regioni del Nord-Est e centrali. Questo è stato seguito da una terza decade estremamente calda, con un’eccezionale anomalia nazionale di +2,2°C e punte di temperatura fino a +3°C nelle regioni settentrionali. Anche la seconda decade del mese è stata significativamente più calda nelle regioni settentrionali. Nel frattempo, le precipitazioni hanno mostrato accumuli in linea con i dati climatologici, con una maggiore piovosità nelle regioni settentrionali. Tuttavia, anche nelle zone maggiormente colpite dai fenomeni meteorologici, le piogge sono state irregolari, principalmente a causa della prevalenza di temporali.
ANDAMENTO PRODUTTIVO
Nelle rilevazioni di aprile e maggio è stata segnalata la situazione di grave difficoltà dell’apicoltura dovuta alla mancata produzione di questa primavera che in molte zone ha raggiunto livelli mai sfiorati. Ad essa si sono associati altri fattori negativi quali la perdita di famiglie per fame, il ricorso diffuso, massiccio e continuativo, alla nutrizione di soccorso, a livelli costosissimi, per garantire la sola sopravvivenza delle famiglie, le sciamature anomale. La situazione è rimasta piuttosto critica fino alla metà del mese di giugno che è stata ancora molto instabile dal punto di vista delle precipitazioni. La ripresa auspicata con l’arrivo dei flussi nettariferi estivi si è fatta attendere e in molte zone è stato necessario continuare a nutrire. Con lo stabilizzarsi delle condizioni meteorologiche nella seconda parte del mese di giungo si è finalmente osservata una ripresa. In Lombardia, dove fino a tutta la prima metà di giugno, successivamente al raccolto disastroso di acacia, si è raccolto poco e nulla, in alcune zone e situazioni c’è stata ancora la necessità di nutrire. Anche i raccolti di tiglio di città sono stati nulli o estremamente scarsi. Dalla seconda metà di giugno si è osservato una situazione in ripresa e gli alveari hanno cominciato a lavorare sia in quota sul castagno e sui mieli di montagna (tiglio, millefiori, rododendro) sia nelle zone di pianura sui prati di erba medica.
Dopo mesi di gravi difficoltà e mancanza di raccolti primaverili, finalmente a partire dalla seconda metà di giugno e durante il mese di luglio, le condizioni meteorologiche si sono stabilizzate, aprendo la strada a una graduale ripresa e a condizioni più favorevoli per i raccolti. Gli apicoltori che hanno posizionato i loro alveari in montagna per sfruttare la fioritura del tiglio di montagna, del rododendro e del millefiori di alta montagna, hanno generalmente ottenuto buoni risultati.
In regione Lombardia, dalla seconda metà di giugno e nel mese di luglio, si è verificata una ripresa nella produzione di miele. Gli alveari hanno lavorato in modo discreto sia sulla fioritura del castagno che sul tiglio di montagna. I risultati migliori sono stati registrati alle quote più elevate, dove i raccolti di miele di castagno hanno raggiunto mediamente i 20 kg per alveare, mentre in collina, alle quote più basse, i raccolti sono stati più modesti, con circa 10-15 kg per alveare. Dopo raccolti insignificanti di tiglio di pianura, la situazione è notevolmente migliorata per il tiglio di montagna, con rese stimate tra i 15-20 kg per alveare e in alcune zone punte di 30 kg per alveare. Gli apicoltori nomadisti che spostano gli alveari in alta montagna sembrano aver ottenuto rese soddisfacenti anche sulla fioritura del rododendro, stimabili in 15-20 kg per alveare. Durante il mese di agosto è stata rilevata anche presenza di melata a macchia di leopardo nella bassa pianura con punte di produzione di 4-8 kg
Fonte “Osservatorio Nazionale Miele e Tecnici Apilombardia”
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