Vespa Velutina in Lombardia, Apilombardia continua la mobilitazione.

Il 23 aprile 2021 viene ritrovato il primo esemplare adulto di Vespa velutina Lepeletier, 1836 all’interno di una trappola posizionata presso un apiario in località San Damiano al Colle (Pavia).

A seguito di questa segnalazione Apilombardia e il servizio veterinario di ATS Pavia si sono mobilitati velocemente per provvedere ad un attento trappolaggio e monitoraggio di zona.

 

Alcune informazioni su Vespa velutina Lepeletier, 1836

La Vespa velutina Lepeletier, 1836 è un imenottero, comunemente chiamato “calabrone asiatico”, simile per aspetto al comune calabrone (Vespa crabro) ma originario del Sud-Est asiatico. Probabilmente è arrivato in Europa tramite trasporto passivo di una regina feconda all’interno di un carico di legname, nel 2004.

Negli anni successivi, V. velutina, si è diffusa velocemente in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania.

Nel 2012, è arrivata in Italia precisamente ad Imperia.

Nella zona d’Imperia, V. velutina si è oramai adattata perfettamente al clima e all’habitat causando ogni anno innumerevoli danni per l’apicoltura e per la biodiversità locale.

In Lombardia infine, ad aprile 2021, V. velutina è stata segnalata, per la prima volta, da un apicoltore, in Provincia di Pavia presso la località di San Damiano al Colle.

Vespa velutina ha una dimensione di circa 3 cm, è prevalentemente di colore nero con una banda gialla/arancio sulla parte terminale dell’addome, una stretta linea gialla sul primo segmento addominale e possiede le caratteristiche zampe nere con la parte terminale gialla.

Il nido viene costruito in luoghi aperti appeso ai rami degli alberi a diversi metri d’altezza. Il ciclo biologico di Vespa velutina dura tutto l’anno.

Infatti, la sopravvivenza della colonia viene garantita dalla sopravvivenza invernale delle regine feconde.

In inverno, durante il periodo di diapausa, le regine feconde si rifugiano in luoghi riparati e asciutti.

Nel periodo primaverile (marzo-aprile), le regine, una volta risvegliate dal periodo di diapausa, iniziano l’attività di costruzione del nido primario all’interno del quale verranno deposte le uova che la regina stessa alleverà; queste daranno vita alle prime operaie.

Durante il periodo primaverile, risulta essere particolarmente efficacie contro l’invasione di V. velutina, l’attività di trappolaggio.

Le trappole permettono la cattura delle regine, evitando la conseguente fondazione di nuovi nidi e quindi la nascita delle operaie.

Nel periodo di fine primavera/inizio estate (maggio-luglio) i nidi secondari (derivati dai nidi primari o nidi primari ingranditi) sono nel pieno della loro attività di sviluppo sia per dimensione sia per popolazione.

In questo periodo i nidi sono abitati da un elevato numero di operaie, le quali necessitano di una fonte proteica per il nutrimento delle larve presenti nell’alveare. Le api sono un’ottima fonte proteica e di nettare.

Alcune testimonianze ci descrivono l’attività di “caccia” delle V. velutine come finalizzata alla predazione di api operaie bottinatrici per potersi nutrire di nettare (presente nella borsa melaria) e di proteine per il nutrimento delle larve.

In estate avanzata/autunno (agosto/novembre) i nidi raggiungono il loro massimo sviluppo. In questo periodo nasceranno le future regine e i maschi.

Le future regine, dopo essersi accoppiate, cercano un posto sicuro dove compiere il periodo di diapausa invernale mentre maschi ed operaie moriranno con l’arrivo dell’inverno.

Il periodo tardo estivo/autunnale è il peggiore per gli apicoltori e per le loro api poiché coincide con il periodo dell’elevato numero di operaie di V. velutina impegnate nell’attività di “caccia”.

 

 

Vespa velutina. L’attività di trappolaggio di Apilombardia anche con il GPS

vespa-velutina-in-lombardia-trappolaggioIl trappolaggio è stato effettuato dai Tecnici Apilombardia grazie all’utilizzo di apposite “Tap trap” (nella foto)

Le Tap trap sono state posizionate su di una bottiglia di plastica da 1,5L riempita di birra chiara 4,7% Vol. ad un’altezza di 1,50 m da terra.

Sono state dislocate all’interno di un areale di 2Km di raggio dal luogo di ritrovamento dei due nidi (di cui uno precedentemente abbattuto) un totale di 137 trappole.

In base alle conoscenze di tipo etologico sull’animale si è deciso di posizionare le trappole in luoghi in cui è più probabile la presenza di V. velutina sia per quanto riguarda l’habitat sia per i luoghi di attrazione.
Nello specifico le trappole sono state posizionate: nei pressi di apiari, di zone boschive poco frequentate e di casolari disabitati.

Tramite l’utilizzo di un GPS la posizione di ogni trappola è stata georeferenziata e inserita all’interno di un Data Base continuamente aggiornato con i dati relativi ad ogni singola trappola.

La georeferenziazione delle trappole ci permette inoltre di avere una visione di tipo spaziale della disposizione delle trappole sul territorio.

 

 

L’attività di monitoraggio in Lombardia della vespa velutina

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Nella foto: attività di monitoraggio, a sinistra. Due adulti di Vespa Velutina (a destra) ritrovati all’interno di una Tap trap in località Villa Marone

Dai primi posizionamenti delle trappole ad oggi prosegue l’attività di monitoraggio che consiste nel controllo a cadenza regolare (ogni 15gg) delle trappole precedentemente posizionate.

Le trappole vengono svuotate, controllate (viene verificata l’eventuale presenza di Vespa velutina), ricaricate con l’attrattivo ed infine riposizionate.

Al 28/05/2021 sono stati ritrovati 6 esemplari adulti di Vespa velutina all’interno delle trappole oltre che un numeroso quantitativo di Vespa crabro L., 1761.

Le V. velutina ritrovate vengono inviate per il riconoscimento al Reparto di Virologia presso la sede di Brescia di IZSLER.

 

 

Come proseguirà l’attività di monitoraggio nei prossimi mesi?

I prossimi mesi, saranno fondamentali per comprendere il grado effettivo di infestazione da V. velutina nel territorio pavese.

In primis, grazie ai dati raccolti sarà possibile valutare l’efficacia e la tempestività dell’intervento di trappolaggio tramite l’uso di Tap trap.

Successivamente, verrà effettuato un monitoraggio attivo mediante il controllo dell’attività dell’alveare.

Nello specifico verranno effettuati degli appostamenti diurni nei pressi degli apiari situati all’interno dei 2Km di raggio dal luogo di ritrovamento dei nidi di V. velutina per verificare la presenza di operaie.

Inoltre, in base al luogo di cattura degli esemplari all’interno delle Tap trap, vi sarà una conseguente intensificazione dell’attività di ricognizione della zona al fine di trovare un eventuale nido di V. velutina.