In concomitanza con l’individuazione del quarto focolaio nei pressi degli altri apiari infestati vicino al porto di Gioia Tauro, in direzione Nord, nel territorio di San Ferdinando pubblichiamo il report del presidente di Unaapi, Francesco Panella, sulla riunione cui ha partecipato a Catanzaro il 22 settembre per l’emergenza Aethina tumida.

Report sulla riunione emergenza Aethina (Catanzaro 22.09.14)

Premesse e info

– La Calabria è territorio che vede intensa attività nomade, non solo di operatori calabresi e di regioni vicine ma anche dal Nord Italia e dall’estero (es. Germania e Austria).

– La giunta regionale della Calabria è dimissionaria, le elezioni sono a novembre. Pertanto il disegno di legge regionale per l’apicoltura, giunto quasi a fine iter, con molta probabilità non sarà varato.

– L’assessorato Regionale dell’Agricoltura ha un’anagrafica dei produttori apistici calabresi, la Salute non ha contezza sulla collocazione e spostamenti degli apiari nel territorio.

– Nel primo ritrovamento di scarabeo sono stati rinvenuti sia larve che adulti. Nei due successivi solo adulti.

Il terzo rinvenimento è stato effettuato dall’apicoltore, che ha sollecitatamente provveduto a segnalarlo ai responsabili veterinari.

– I tre apiari infestati sono tutti nel raggio approssimato di un km dall’inceneritore (termovalorizzatore), posto nell’immediato retroterra del porto.

L’apicoltore Francesco Artese e gli altri apicoltori della piana si sono resi pienamente disponibili a collaborare e, generalmente, sono coloro che eseguono in concreto le visite per la ricerca, accompagnati dai veterinari che esplicano le procedure formali.

Gli apiri visitati dall’inizio dell’allarme a ora sono ancora assai pochi rispetto a una stima di circa un migliaio di alveari nell’immediato circondario dei focolai.

La piana, ricca di coltivazioni agrumicole, ospita un’assai importante attività di apiari nomadi, in particolare molti sono gli apicoltori nomadi siciliani che successivamente spostano le api sul castagno in quota, e quindi sulla fioritura dell’eucalipto tardivo nel crotonese.

– Dall’inizio dell’allarme il coinvolgimento delle associazioni apistiche nazionali si è concretizzato nella loro inclusione nell’elenco dei destinatari delle comunicazioni del Ministero della Salute.

La convocazione a una riunione congiunta a Catanzaro, di Agricoltura e Salute, è stata indirizzata, oltre ai vari soggetti istituzionali, unicamente alle associazioni agricole e apistiche calabresi (Consorzio Apicoltori di Calabria – Gino ALbo; FAI Clabria – Francesco Artese; O.P. Conapi Calabria – Marcello Caruso).

Hanno invece portato il loro contributo alla riunione, su invito degli apicoltori calabresi, i presidenti di Fai e Unaapi.

Sintesi degli elementi salienti emersi, proposti dai diversi soggetti, con relative specifiche e commenti in verde

a) il dottor Andrea Maroni Ponti del Ministero della Salute, Direzione Veterinaria, ha:

– Richesto la massima collaborazione agli apicoltori. Senza peraltro prevedere, o quantomeno accennare a modalità che non che non siano di tipologia eminentemente esecutiva.

Garantito l’indennizzo per l’abbattimento degli alveari (con copertura del danno di distruzione di famiglie e arnie; ma non del mancato reddito – competenza dell’Agricoltura).

– Ipotizzato che l’indennizzo del mancato reddito possa forse essere coperto dal regolamento comunitario per l’apicoltura. Ignorando le azioni e le risorse che questo regolamento contempla.

Sostenuto che le associazioni sarebbero state contrarie al tracciamento delle movimentazioni degli apiari. A fronte dell’evidenza per cui l’amministrazione, e solo l’amministrazione, è responsabile del mancato varo, da anni, della Banca Dati Nazionale Apistica, che, se attiva, avrebbe consentito oggi una tutt’altra conoscenza della situazione in campo.

 

b) La Regione Calabria ha:

– Allertato e attivato tutte le energie disponibili dei servizi veterinari. Chiesto la piena e fattiva collaborazione in campo degli apicoltori e loro associazioni. Dichiarato l’inadeguata preparazione nello specifico campo apistico della gran parte delle risorse umane veterinarie disponibili e attivate.

– Predisposto un decreto che istituisce due aree, una con raggio di 20 km e l’altra che comprende tutto il territorio regionale, con divieto di immissione e/o spostamento di alveari.

– Predisposto il piano dei controlli sull’eventuale insediamento parassitario, rispettivamente entro 30 gg nel raggio di 20 km dai focolai ed entro 180 gg nel resto della Regione.

– Richiesto l’eventuale aiuto, per mancanza di fondi, agli apicoltori per la fornitura di attrezzature (maschere, tute, ecc …) per la dotazione alle squadre di veterinari operativi in campo.

 

c) Le Associazioni apistiche nazionali e regionali non hanno ritenuto di aprire discussioni su aspetti ora secondari e positivamente hanno proposto:

Istituzione di un tavolo nazionale di emergenza, per la migliore collaborazione fra istituzioni e apicoltori.

Definizione di una diversa tempistica: con effettuazione del monitoraggio entro 30 giorni su tutto il territorio regionale.

Diversa focalizzazione di priorità operativa: oltre che nella Piana di Gioia Tauro nel crotonese. Parte degli alveari su eucalipto possono infatti essere stati precedentemente posizionati nella Piana in primavera.

 

Conclusioni

Sono state accolte positivamente gran parte delle proposte degli apicoltori. E’ stato quindi attivato un tavolo operativo regionale con un responsabile apicoltore per Provincia, per l’attuazione del monitoraggio focalizzato sui due epicentri indicati. Gli apicoltori hanno deciso di mettere in campo tutte le loro forze per effettuare il monitoraggio nei tempi più brevi possibili, sia sollecitando l’ispezione di apiari da parte di tutti gli apicoltori calabresi e delle regioni potenzialmente coinvolte, sia fornendo la massima collaborazione possibile ai servizi veterinari.

 

Francesco Panella 

Novi Ligure, 23 settembre 2014