Apimondia, la fiera e congresso mondiale di apicoltura, si è svolta a Kiev (Ucraina) tra il 29 di settembre e il 3 di ottobre 2013. Per 5 giorni più di 10000 tra apicoltori, scienziati, apiterapisti e buisnessman del settore apistico si sono incontrati, hanno intessuto relazioni, hanno concluso affari e si sono confrontati. 

Nonostante la grande affluenza e la grande possibilità di intessere relazioni con colleghi di qualsiasi parte del pianeta, praticamente assenti, a nostro avviso, erano le novità presentate all’esposizione. Piccole curiosità si potevano però intravedere tra gli stand.

In particolare la ditta ungherese “Favus” (http://favuscell.com/angoldescription.html) presentava ilfavo artificiale fatto in pura cerada utilizzare in alternativa al foglio cereo. Ciò permette teoricamente alle api di cominciare ad utilizzare immediatamente ilnuovo favosenza aspettarne la costruzione a partire dal foglio cereo.

Anche la macchina per l’estrazione dai favi del pane d’api (il polline impastato col miele e immagazzinato dalle api nei favi e che ha subito una fermentazione di tipo lattica) poneva qualche dubbio sull’utilità della distruzione del favo, ma sicuramente era una piccola novità. Tale macchina, inoltre, è sicuramente una efficiente soluzione per chi voglia produrre questo particolare prodotto. La macchina è commercializzata dalla ditta lituana “Wilara” (http://www.wilara.lt/en). 

Compito dello staf di Apilombardia e delle altre associazioni italiane aderenti all’Unaapi era quello di pubblicizzare e raccogliere adesioni al congresso di apicoltura biologica “Apibio”, che si svolgerà il prossimo marzo (dal 4 al 7) presso Castel San Pietro Terme (Bo). Il congresso è organizzato da Apimondia, Conapi e Unaapi, l’unione nazionale degli apicoltori in cui Apilombardia è parte attiva. 

Con l’obbiettivo di attirare l’attenzione, si è pensato di riproporre l’esperienza dell’Honey Bargià presentata a Torino in occasione di Terra Madre: un viaggio per i territori del mondo attraverso i sapori dei mieli in essi prodotti.

Il primo giorno, all’inizio dell’allestimento, i mieli presenti erano solamente quelli portati da noi. 18 mieli italiani cercavano di riempire un banchetto ancora troppo grande. Ma presto lo staff si è attivato nel cercare i mieli esposti alla fiera; e ancora più celermente gli apicoltori stessi, che avevano con sè un campione del loro miele, hanno lasciato i loro barattoli sul nostro banchetto, riempiendolo fino all’orlo.

Più di 140 eranoi mieliche alla fine erano esposti all’Honey Bar; più di1000 assaggi al giornola stima da noi fatta considerando il consumo di cucchiaini; almeno 6 le lingue parlate quotidianamente da chi stava dietro al banco ad accompagnare gli assaggiatori in questa passeggiata per il mondo. Più di 40 i paesi in cui erano prodotti i mieli presenti.

Infinite le chiacchiere, i racconti di api e mieli degli angoli più remoti dell’Europa e della Terra e i sorrisi scambiati tra chi capisce di avere la stessa passione e lo stesso sguardo curioso quando apre un alveare. Ancora più bella la possibilità di poter prescindere dagli affari, dedicandosi solo all’assaggio e alle propie papille gustative. Assaggiare miele solo per parlare di miele.

Aver la possibilità di spiegare alla gente che non esiste “il miele” ma esistono infiniti Mieli, ognuno prodotto in un clima e in un territorio diverso, e dunque ognuno speciale per il suo colore, la sua consistenza, i suoi profumi e il suo sapore. Avere insomma la possibilità di dimostrare sulla lingua degli altri che le api sono la biodiversità, e per questo dobbiamo loro rispetto.

 

Al linkhttp://www.mieliditalia.it/index.php/apicoltura-e-istituzioni/notizie-dal-mondo-dellapicoltura/81466-honey-bar-apimondia-kiev-2013-numeri-ed-emozionipotete trovare un bellissimo articolo di Daniele Scala sull’Honey Bar.