È fine marzo, la primavera sembra arrivata, le temperature si stanno alzando e si percepisce la stagione apistica che incalza. Insieme all’attività di apicoltura, riprende anche quella agricola con la preparazione dei campi e le semine e in alcune aree vocate per la coltivazione di mais, già cominciano le tristi segnalazioni di spopolamenti. In una settimana nel cremonese sono state segnalati spopolamenti di bottinatrici in più di 200 alveari: famiglie che avevano portato miele a melario che si son ritrovate senza più api nemmeno per presidiare la covata. La situazione è tale da compromettere l’imminente raccolto dell’acacia.
Ci preme invitare tutti i soci, soprattutto coloro con postazioni in aree a rischio, a visitare frequentemente le famiglie, documentando se possibile tramite video e foto la consistenza di api negli alveari. Di fronte a sintomi sospetti è sempre consigliato contattare in prima battuta il proprio Tecnico di zona che potrà aiutarvi nella valutazione del caso e nel procedere con eventuale segnalazione) al servizio veterinario competente, l’unico a poter certificare l’avvelenamento e a effettuare i campionamenti ufficiali di matrici (api tremanti e incapaci di volare, api appena morte, polline, pane d’api, miele, cera).
La segnalazione deve essere eseguita nel minor tempo possibile poiché molte molecole chimiche vanno incontro a rapida degradazione; per questo motivo, anche se non si tratta di prelievi ufficiali, possono risultare comunque utili i prelievi immediati di api recentemente morte e moribonde (almeno 300 api, il contenuto di un vasetto per le analisi delle urine), di polline e pane d’api. Tali campioni dovranno essere quindi depositati e conservati a -20° (in freezer). In caso di spopolamenti è normalmente molto difficle reperire campioni di api e sarebbe quindi molto utile provare a stendere teli (o posizionare underbasket) davanti agli alveari, per poi recarsi in apiario molto presto al mattino per raccogliere le api moribonde che vengono buttate fuori dall’alveare.
Per quanto gli eventi acuti siano più impattanti e facilmente osservabili anche dall’occhio meno esperto, non dimentichiamo che i pesticidi sono in grado di indurre, a dosi sub-letali, diversi effetti sulle api tra cui immunodepressione, alterazioni comportamentali, della capacità di orientamento e comunicativa con ripercussioni a medio-lungo termine sulla sopravvivenza dell’alveare.
Il fenomeno risulta complesso e necessita di una partecipazione attiva di tutte le figure coinvolte.