Nell’autunno 2015 Apilombardia ha acquistato un kit di sublimazione per acido ossalico costituito da un generatore, un sublimatore Sublimox, una prolunga di 30 metri e i necessari DPI per sublimare in sicurezza.Tale scelta è stata fatta per permettere a tutti gli associati di avere a disposizione, a un prezzo politico di noleggio, un kit per la sublimazione rapida dei propri alveari allo scopo di diffondere sul territorio questa pratica ritenuta un tassello fondamentale per la lotta alla varroa nel periodo invernale.

 

kit sublimazione

fig. 1 art. sublimox

Già dal primo anno è emersa però la necessità di dare le migliori indicazioni possibili per una corretta esecuzione del trattamento e a tale scopo si è deciso di allestire delle prove di campo nelle successive stagioni.

 

Prova 2016

La prova è nata dall’esigenza di confermare se la dose consigliata della casa produttrice di 2 g fosse corretta o se invece, come suggerito “dal campo”, un dosaggio superiore portasse ad una maggiore efficacia.

La prova ha coinvolto 32 alveari, dell’apiario sperimentale di Apilombardia, sito in Brianza (LC) nei mesi di Novembre, Dicembre e Gennaio. Gli alveari sono stati divisi in due diverse tesi, omogenee per forza delle famiglie e per carico di varroa, accertato tramite test d’infestazione(ZAV su 300 api).

Le due tesi scelte sono state le seguenti:

– 2 g dalla porta di volo;

– 4 g dalla porta di volo in due somministrazioni da 2 g di Api-Bioxal consecutive.

La prova è stata eseguita senza chiudere gli ingressi e in accertata assenza di covata, con temperature esterne leggermente superiori ai 10 gradi. Come controprova è stato utilizzato acido ossalico (Api-Bioxal) gocciolato a dose classica ed inoltre su 10 alveari è stata fatta un’ulteriore controprova con amitraz (Apitraz).

Per tutto il periodo della prova è stata eseguita la conta delle varroe cadute sui fogli adesivi posti nei fondi. I dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistica.

 

RISULTATI

La somministrazione reiterata di 2 g di acido ossalico sublimato mediante l’apparecchio Sublimox attraverso la porta di volo ha dato un‘efficacia superiore (93,1% contro 85,8%) rispetto all’applicazione singola. Il dato sottoposto all’analisi statistica è risultato significativo (fig. 2).

 

fig. 2 art. sublimox

 

Alla successiva controprova con Apitraz, entrambe le tesi hanno mostrato una caduta quasi nulla (fig. 3). Il trattamento con gocciolato ha, di fatto, annullato la differenza iniziale di efficacia tra le due tesi.

 

fig. 3 art. sublimox

 

PROVA 2017

Tale prova nasce dalla consolidata tradizione di sublimazioni dall’alto diffusa sul territorio per mezzo di sublimatori artigianali. Tale tipo di sublimazione permette di mantenere una postura molto più comoda e con minore esposizione alla sublimazione dell’operatore e, secondo diversi apicoltori, di garantire una migliore distribuzione del prodotto negli alveari. Inoltre nel caso di sublimazione di cassettini di polistirolo permette di evitare, a causa dello scarso spazio tra telai e fondo, di fondere il polistirolo o di avere una condensazione quasi immediata dei vapori dell’acido ossalico sui telaini stessi (come evidenziato dalla fig. 4).

 

RISULTATI

La somministrazione di acido ossalico sublimato mediante l’apparecchio Sublimox tramite un foro praticato nel coprifavo ha dato un’efficacia superiore (71,6% contro 59,3%) rispetto alla stessa applicazione eseguita attraverso la porta di volo. Il dato però rappresenta solo una tendenza poiché all’analisi statistica la differenza non è risultata significativa (fig. 5).

 

fig. 5 art. sublimox

 

Un dosaggio doppio nella somministrazione di acido ossalico sublimato per mezzo di dispositivo Sublimox porta ad una maggior efficacia rispetto al dosaggio suggerito dall’azienda produttrice.

La somministrazione attraverso un foro praticato nel coprifavo rovesciato non ha portato a una differenza statisticamente significativa rispetto quella dalla porta di volo.

Nessun trattamento sublimato è risultato abba- stanza efficace da poter garantire adeguata affi- dabilità quale unico trattamento invernale.

Ottima efficacia, invece, dalla combinazione di un sublimato e un gocciolato.

Confrontando la stessa tesi (2 g dalla porta di volo) nei due anni successivi sembra emergere un’influenza determinante delle temperature esterne sull’efficacia del trattamento (fig. 6).

 

fig. 6 art. sublimox

 

La differenza è infatti risultata significativa all’analisi statistica e mostra una maggior efficacia del trattamento con temperatura prossima ai 10 gradi, ovvero alla temperatura alla quale il glomere risulta più aperto e le api in grado d’involarsi dall’alveare.

 

Livio Colombari

– 4 g dalla porta di volo in due somministrazioni da 2 g di Api-Bioxal consecutive.

La prova è stata eseguita senza chiudere gli ingressi e in accertata assenza di covata, con temperature esterne leg- germente superiori ai 10 gradi. Come controprova è stato utilizzato acido ossalico (Api-Bioxal) gocciolato a dose classica ed inoltre su 10 alveari è stata fatta un’ulteriore controprova con amitraz (Apitraz).

Per tutto il periodo della prova è stata eseguita la conta delle varroe cadute sui fogli adesivi posti nei fondi. I dati raccolti sono stati sottoposti ad analisi statistica.