Il 20 marzo scorso, sul sito di AgroNotizie, è stato pubblicato un interessante articolo a cura di Matteo Giusti in merito ai primi dati emersi dal progetto di ricerca nazionale sullo stato di salute delle campagne italiane dopo il primo anno di campionamenti.

Nell’articolo si riporta l’intervista ad Amanda Dettori del Centro Agricoltura e Ambiente del Crea, responsabile della parte delle analisi residuali nel progetto BeeNet, e si ritrovano diversi spunti interessanti relativi all’organizzazione del progetto, all’attivazione del servizio di segnalazione morie, al numero di campioni analizzati e alle sostanze ricercate e ritrovate.

Dall’analisi dei dati dei primi 2 campionamenti dei 365 apiari monitorati (attualmente gli unici con tutti gli esiti di laboratorio disponibili), la Dr.ssa Dettori ha potuto verificare che solo un terzo dei campioni è totalmente esente da sostanze attive mentre il 42% ne contiene più di 2 (raggiungendo una media di 5 in Emilia Romagna e Trentino Alto Adige), destando preoccupazione per il potenziale effetto sinergico negativo sulle colonie (effetto cocktail di agrofarmaci). Ad allarmare è stato soprattutto il campionamento del mese di giugno, nel quale la quantità di campioni senza principi attivi è scesa al 26%, mentre il 50% dei campioni contiene 2 o più sostanze.

L’analisi dei campioni dove sono stati trovati agrofarmaci ha purtroppo dimostrato che il 71% contiene almeno un fungicida, il 63% almeno un insetticida e il 14% almeno un diserbante.

Matteo Giusti ha poi chiesto informazioni relative a eventuali segnalazioni di casi di avvelenamento riscontrando che dall’inizio del progetto sono pervenute al CREA 20 segnalazioni di morie e, di queste, solo in 4 casi (2 in Lombardia e 2 in Emilia Romagna) è stato possibile confermare l’ipotesi dell’avvelenamento senza poter escludere che per alcune altre segnalazioni i fitofarmaci abbiano giocato un ruolo. In un caso, con campioni provenienti dalla Lombardia, la moria è è risultata causata principalmente dalla presenza di clothianidin, (neonicotinoide attualmente non utilizzabile in Italia).

Il bilancio parziale della situazione, riportato alla fine dell’articolo, è preoccupante e descrive un “ambiente non sano per le api e, in alcune zone, decisamente pericoloso”.

Consigliamo vivamente di leggere l’articolo integrale con tutte le allarmanti informazioni che da (troppo) tempo gli apicoltori e la nostra Associazione, cercano di portare all’attenzione delle istituzioni.